La Guardiana

Luca Scarlini
La guardiana

(mugugna delle parole a voce bassa, all’inizio quasi indistinguibili) Oggi i visitatori sono pochi, se vi affrettate potete godere di un colloquio intimo con l’opera, da solo a solo, come se fosse una persona cara, sì, uno di famiglia, qualcuno a cui volere bene, anche meglio dei parenti, che non si sa mai a cosa mirano davvero, quelli lì e non parliamo poi degli amanti, che quelli poi sono anche più imprevedibili. I quadri invece sono una certezza, non tradiscono mai, meno male che lavoro qui, che ci parlo quanto voglio, mi tengono compagnia, anche qualche volta chiacchierano troppo, sta zitto tu, Poseidone incappucciato contro uno sfondo di ondine festanti, ho capito che non ti guardano quanto dovrebbero, ma io che posso farci? Glie lo ripeto che sei bello, ma la gente spesso guarda solo le cose famose. (si rivolge a una persona specifica) Lei lo conosce Zeusi, quello che faceva la mosca sul quadro e il ragno ci batteva contro la testa, tanto quell’insetto era realistico, credibile. (Pausa) No, vedo che non frequenta l’atelier del maestro, comunque lo trova nella prima sala a destra, dietro la Venere del Partenone, quella che gli manca un occhio, ma è tanto bella lo stesso. Apelle, poi, quello è come se fosse mio zio. ( A una persona), ammiri il tocco, la pennellata sicura, come i pigmenti del colore si sono distesi sulla tela in campiture esatte, che però si compongono in un quadro unico che è come una poesia, è come una canzonetta, che ti viene in mente quando fai il bagno nel calidarium la mattina, e non riesci più a togliertela di testa. Sono tre parole, amore, dolore, piacere e il ritornello non ti abbandona più, diventa come una pazzia, ma si sa poi che è la pazzia? No, non lo sa nessuno, i pazzi sono prediletti dagli dei e tutti gli artisti un po’ lo sono, in fondo, chissà, forse mi piacciono per quello. E la Leda con e senza cigno di Coriambo, dove la mettiamo e il Partenone dipinto su vetro di Acilio e quel Bacchino malato, che sembra un ragazzo di vita, ritratto sul vivo, come un’istantanea? Le piace eh? Se va nell’ultima sala ce n’è un altro simile, ma di un autore meno conosciuto, però è bello lo stesso. Come dice? Un catalogo? No, non l’abbiamo mai fatto, ci sono io, basto no?